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Analisi sui 3700 mt. scavati a Chiomonte

È stata presentata dalla Direzione lavori in collaborazione con l’ATI guidata da CMC un’analisi sui dati geognostici rilevati durante lo scavo del cunicolo esplorativo di Chiomonte. Una radiografia dettagliata del cunicolo sotto tutti i punti di vista che segnala l’assenza di criticità. Nel corso di un incontro in cantiere, il 7 ottobre, introdotti da Achille Sorlini e Lorenzo Ferrero di Geodata, sono intervenuti Alberto Balestrieri di TREESSE sul tema delle convergenze, Gianluca Ascari, AKRON, sulle indagini geofisiche, Gabriella De Renzo, GEODES, sulle prove relative all’ammasso roccioso e Stefano Guido, SIALTEC, per le prove dedicate alla nicchia.

I DATI

Sono stati resi noti tutti i dati dei monitoraggi e delle indagini, ad oggi eseguiti, idonei a fornire informazioni necessarie per la caratterizzazione dell’ammasso roccioso. Al momento sono stati scavati 3761m di galleria, di cui i primi 198m in tradizionale e 3563m con TBM. Attualmente, la galleria ha una copertura di circa 1040m e si trova in linea con il tracciato del tunnel di base, collocandosi 30m più in alto sull’asse delle 2 canne. Lungo il tratto scavato in tradizionale, le litologie riscontrate sono state prevalentemente depositi fluvio/glaciali e depositi carbonatici, fino ad arrivare al contatto con il Massiccio d’Ambin, dove è iniziato lo scavo meccanizzato. Da lì in poi, sono state attraversate 3 litologie di roccia: gli Gneiss Aplitici (fino a pk1148), a seguire una fascia intermedia di Gneiss Albitici/Micascisti Quarzosi (fino a pk1350) ed infine i Micascisti di Clarea. Ad oggi, le indagini non hanno riscontrato anomalie sulla composizione della roccia, né tanto meno la presenza di pietre verdi (amianto) lungo tutta a galleria. Le portate d’acqua, costantemente misurate all’impianto di depurazione, sono mediamente di 30-40 l/s, e la temperatura di circa 38°C.
Lungo tutto il tracciato le caratteristiche dell’ammasso roccioso sono costantemente valutate mediante i rilievi geomeccanici diretti che hanno mostrato prevalentemente condizioni buone del tracciato, ad accezione di casi isolati con maggiore fratturazione. I continui monitoraggi delle convergenze, eseguiti su diverse stazioni di misura (sezioni di convergenza topografica, estensimetri posti sull’ammasso e/o sui sostegni), hanno registrato deformazioni sotto il millimetro ad eccezione di limitatissimi punti critici dove le deformazioni sono comunque rimaste dell’ordine di qualche centimetro. Simultaneamente, 4 diversi tipi di indagini geofisiche monitorano eventuali fenomeni di Rock Burst (improvvisi distacchi di roccia), finora poco evidenti, e indagano la tipologia di roccia all’intorno del cavo e in avanzamento.
Tali indagini sono accompagnate da prove dirette per conoscere resistenza e deformabilità dell’ammasso: ad oggi queste prove sono state eseguite fino la pk2378 e nella nicchia 1 (pk590), sia sui paramenti che sui campioni di roccia portati poi in laboratorio. Allo stato attuale, indagini e monitoraggi non rilevano nessuna particolare criticità, ma essi rappresentano indubbiamente delle informazioni fondamentali per la ricostruzione geologica del complesso che interesserà il passaggio della futura NLTL.

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