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TELT risorse idriche
TELT risorse idriche

Impatto zero sulle risorse idriche

L’analisi e i monitoraggi condotti dal 2009, con frequenza mensile, su 170 punti d’acqua in Val Susa e la verifica pratica nei cunicoli esplorativi certificano che la Torino-Lione è un’opera progettata nel rispetto dell’ambiente e, in primo luogo, delle risorse idriche.
TELT monitora costantemente sia in Francia sia in Italia, e in particolare in Val di Susa, le sorgenti dei territori interessati dal nuovo collegamento ferroviario. Le verifiche si svolgono fin dalla fase progettuale, tenendo informate mensilmente le amministrazioni sulle risultanze.

Obiettivo impatto zero

L’impatto zero dell’opera sulle falde è uno dei cardini che hanno guidato l’intera progettazione, con un’analisi del rischio sull’equilibrio delle risorse idriche che ha integrato il progetto definitivo approvato nel 2015. Il documento è on line sin dal 2013 e si può consultare direttamente sul nostro sito.
Questa analisi ha preso in esame da ben 7 anni, nell’area compresa tra il Comune più a ovest, Exilles, e quello più a est, Bussoleno, le sorgenti sotterranee e di superficie: il risultato è che la quasi totalità dei punti non presenta alcuna probabilità d’isterilimento e per una piccola quantità una probabilità bassa. Per le acque superficiali, il rischio è praticamente nullo.
Prudenzialmente il progetto ha stimato per lo scavo delle gallerie del tunnel di base e di quelle di interconnessione di Bussoleno una portata di venute d’acqua compresa tra i 237 e i 447 litri al secondo. Questi valori sono cautelativi al fine di poter progettare i sistemi di evacuazione idonei. I sistemi sono previsti in modo tale da separare le acque di caratteristiche diverse (calde, potabili…) e poterle valorizzare a seconda della qualità. L’esperienza delle gallerie conoscitive realizzate ha permesso in ogni caso di riscontrare che le portate incontrate sono decisamente inferiori a questa previsione.

Quanta acqua c’è nel cunicolo della Maddalena?

Dall’inizio dello scavo, nel novembre 2012, fino a oggi la portata d’acqua incontrata è risultata nettamente inferiore a quanto previsto in fase progettuale: i tecnici avevano preventivato un flusso di 143 – 279 litri al secondo per 6 km di galleria scavata; quello riscontrato in galleria non ha superato i 65 litri al secondo. E’ un aspetto che chiunque può constatare facilmente quando visita il cantiere di Chiomonte: la portata media delle singole venute è di appena 0,1 litri al secondo. Inoltre le limitate quantità intercettate non provengono dalle sorgenti ma sono acque interstiziali, trattenute per molto tempo nella montagna: ne è prova il fatto che abbiano acquisito una temperatura simile alla roccia. Uno studio condotto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino dimostra che lo scavo della galleria non influenza il regime idrodinamico e geochimico delle sorgenti esterne, oggetto di specifico monitoraggio.
Questa esigua quantità di acqua non sarà comunque sprecata, anzi è in corso – con la collaborazione dell’Ateneo torinese – un progetto di valorizzazione geotermica.

Controllo costante sull’acqua

Come detto dal 2009 vengono controllati costantemente 170 punti d’acqua sul territorio italiano senza aver mai riscontrato criticità. Tutti i dati sul monitoraggio delle sorgenti vengono inviati ogni mese a tutti i comuni.
Acqua
Quando nell’ottobre 2015 alcuni interventi di manutenzione sulla rete idrica nell’area del Comune di Chiomonte, sommati a un periodo di siccità eccezionale, hanno provocato mancanza d’acqua per uno/due giorni alla sorgente Rigaud e alla vicina frazione di Sant’Antonio Ramat, la società si è immediatamente attivata per raccogliere gli elementi necessari a individuare le cause, trasmesse all’amministrazione in una relazione. Principale responsabile è risultata la siccità. Il cantiere infatti dista più di 3 km e si trova a quote differenti di oltre mille metri rispetto alla sorgente. E anche le analisi chimiche hanno escluso qualsiasi legame tra le venute d’acqua in galleria e la fonte Rigaud.

Le emergenze

SMAT, in quanto gestore del servizio idrico integrato, ha redatto il piano territoriale di emergenza di Giaglione, mai attuato perché alla sorgente di Boscocedrino non se n’è mai avuta necessità. Ma laddove veniva richiesta la progettazione almeno preliminare di un pozzo in Val Clarea, di tale pozzo non solo è stato fatto il progetto definitivo ed esecutivo ma la sua completa realizzazione con relativo allacciamento alle rete acquedottistica.
Il monitoraggio delle acque nelle aree interessate dalla Torino-Lione è iniziato ben prima dell’avvio dei lavori e viene realizzato mensilmente da molti anni lungo tutta la tratta coinvolta dal progetto, per essere intensificato in corrispondenza delle sezioni di scavo. I controlli non si sono mai interrotti e i risultati vengono trasmessi in maniera trasparente alle amministrazioni. Ad oggi si è arrivati al  79° invio senza mai riscontrare problemi.

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